Filosofia

Il Progetto

Espressività artistica, studio approfondito di forme e volumi, visione sperimentale di finiture e cromatismi dei metalli, utilizzo eterogeneo di materiali preziosi, semipreziosi o grezzi dialoganti tra loro nel far risaltare dettagli, emozionalità e originalità stilistica caratterizzano la “materia scolpita” dei gioielli Pantarei.
Pantarei jewels in Art è una linea di gioielli nata da una personale ricerca dell’autrice, Caterina Bonfiglio, che interpreta le qualità evocative e seduttive del gioiello contemporaneo con una spiccata propensione al lavoro materico che declina in collezioni esclusive in un gioco di suggestioni e visioni differenti, sigillo del suo estro creativo, fluttuanti tra rigore minimalista ed esplosività organica.
I gioielli Pantarei sono tutti pezzi unici, interamente eseguiti a mano privilegiando tra le varie tecniche orafe utilizzate la micro-modellazione in cera.
Originalità immaginativa e uso accurato di sapienti tecniche di lavorazione artigianale contraddistinguono un gioiello che nasce come una “Microscultura da indossare”, unica e assolutamente personale che allude al prezioso senza risultarne convenzionalmente addomesticata.

La Creazione

L’ARTIGIANALITA’ CONCETTUALE DELLA MATERIA DIVENTA GIOIELLO
Una unicità materica del gioiello interpretato sempre come il frutto di suggestioni, fascinazioni, incontri, innamoramenti che abitano l’immaginazione ancor prima di farsi materia e divenire, una volta “trasformati”, territorio di libertà espressiva.
Simbolicamente l’autrice ricorre ad espedienti stilistici per evidenziare e far dialogare gli opposti (grezzo/prezioso), armonizzare i contrasti, esaltare la seducente bellezza della materia spuria.
Un gioiello contemporaneo che pur nutrendosi di artigianalità e tradizione fa anche un uso sperimentale di tecniche e materiali, caratteristica che ne potenzia i tratti materici e informali spesso presenti nelle sue opere (graffi, fori, strappi, tagli, accartocciamenti, ossidazioni, erosioni…) atti a conferire carattere e un certo senso di indeterminatezza al suo lavoro, in alternanza con linee e forme geometricamente più nitide e minimali testimonianze tutte di uno stile libero e capace di rinnovarsi.
Dice del suo lavoro l’autrice:
“la mia libertà espressiva deve molto alla tecnica di Micro-modellazione da cui partono i miei lavori. Mi piace giocare con questa libertà!
La cosa più interessante poi è che questa stessa libertà mi consente di creare “pezzi unici” non riproducibili in serie. Tecnicamente si tratta di un lavoro di micro-scultura rigorosamente eseguito a mano. E’ questa possibilità di plasmare la materia, di scolpirla ogni volta in forma irripetibile che mi affascina. E’ un valore aggiunto che avvicina lavori di questo tipo più ad un manufatto d’arte.
Nessuno dei miei pezzi è realizzato in serie. Questo vuol dire che non ci sono multipli, e che ogni oggetto non può essere replicato identico a sé stesso, ne esiste solo l’originale. Ecco perché ogni mio lavoro possiede un’identità vera.
Parlando ancora di tecnica sono tutti pezzi unici perché nella micro-scultura a “cera persa” ogni volta la fusione nel metallo prescelto liquefà la matrice originaria del suo calco, ovvero la prima materia, la cera, con cui l’oggetto viene forgiato a mano. Il fuoco poi farà il resto.
Paradossalmente l’oggetto-gioiello nasce da una sparizione, quella della sua matrice originaria, la cera, per l’appunto “persa” nel secondo passaggio della sua fusione.
Dunque un gioiello che nasce sostanzialmente da una materia fuggita, bruciata, evocata nella sua forma finale come rimembranza di quella primaria , ormai sparita.
In realtà è sempre una ricerca emozionale che tento di seguire. La nobiltà preziosa della materia non è più del resto oggi condizione necessaria a sancire il valore del gioiello che invece può rimandare a una pluralità più ampia e anche festosa di linguaggi e significati: raccontare storie.
Amo pensare al mio lavoro come il risultato di una personalissima visione poetica, evocativa sempre sospesa tra sogno e realtà. Nutro i miei “objects” di un’alterità differenziale, alla maniera surrealista, per riscattare l’imprevisto come estrema possibilità espressiva.
In realtà i miei gioielli vogliono suggerire questa riflessione in chi li guarda. Rispondono alla ricerca di un’armonia che, più che al prezioso, e al bello in termini tradizionali, devono alla capacità di entrare in sintonia con le emozioni di chi li osserva, di entrare cioè in risonanza con la propria identità emotiva”.